Il Palazzo del Civico Monte di Pietà venne eretto tra l’ottobre 1902 e l’agosto 1905, su disegno dell’ingegnere Giorgio Polli e la sua costruzione comportò la demolizione della precedente “Casa del Monte Verde”.
Il primo Monte di Pietà di Trieste fu fondato nel 1641 e ospitato, fino al 1846, nella sagrestia della Chiesa della Beata Vergine del Rosario, per essere poi trasferito nell’ex ospedale comunale sul colle di San Giusto in una posizione poco accessibile, per cui il Comune decise di trasferire l’istituto nell’attuale via Silvio Pellico, un tempo denominata Borgo della Fornace.
Il 20 luglio 1900 venne quindi deliberato l’acquisto della casa e del giardino detti del “Monte Verde”, di proprietà della famiglia Marenzi, allora trattoria e luogo di riunioni politiche, venne demolita e l’ottobre 1902 cominciò la costruzione dell’attuale palazzo, dopo le visite dell’Arch. Polli ad edifici con la stessa funzione a Vienna, Graz e Lubiana.
La gestione del Monte di Pietà fu tenuta fino al 1929 dal Comune di Trieste per poi passare successivamente alla Cassa di Risparmio di Trieste.
Il palazzo ha 1200 mq ed è composto da cinque piani, il pianoterra, elevato, ospita la sala per gli incanti e gli uffici con la copertura del vestibolo in ferro e vetro, mentre nel salone centrale, decorato con motivi artistici, è presente la scultura raffigurante la Pietà di Giovanni Mayer del 1904. Al primo piano trovano posto invece la direzione e i depositi per i pegni preziosi.
La facciata è contraddistinta da elementi classicheggianti e da componenti di origine nordica mentre le due parti laterali del prospetto sono caratterizzate da una cornice che divide il primo piano dalla parte superiore decorata con triglifi e tondi e finestre timpanate al secondo piano. La parte centrale della facciata presenta ampie finestre fra lesene di ordine ionico, mentre alcune finestre del primo e dell’ultimo piano sono tripartite da colonnine in pietra.
A coronamento della facciata è collocata un’ iscrizione scolpita nella pietra “Civico Monte di Pietà”, mentre sotto il bordo del tetto corre una cornice a dentelli.
Il tetto infine culmina con delle terrazze con parapetto in pietra nelle parti laterali della facciata e una cornice con decorazioni geometriche in pietra nella parte centrale.
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Per l’aneddotica raccontiamo: C’era una ingegnosa massaia che a volte non riuscendo a far quadrare il bilancio famigliare (si era nel 1950) usava impegnare al monte di pietà,il vestito del marito al lunedì o al martedì,per poi ritirarlo quando questi al sabato gli dava la paga!