Casa Polacco

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All’incrocio tra Corso Italia e Via Imbriani troviamo Casa Polacco, un edificio in stile liberty costruito nel 1909 dall’architetto Romeo Depaoli per Gisella Polacco al posto di uno slargo che allora era chiamato “Piazza delle pignatte” per via di un mercatino che vi si teneva e questo spiega come mai il palazzo è tuttora rientrante rispetto agli altri edifici del Corso.

 
t_2908549867_52bba65138_b_195L’edificio è a pianta irregolare con il pianoterra e il mezzanino adibiti ad uso commerciale con ampie vetrate per l’esposizione di merci, in particolare ospitò un negozio di merceria per ricci borghesi, il Grande Salone di Mode, dotato nel 1909 di una delle prime insegne luminose della città sulla facciata del Corso, poi fu sede della libreria editrice Italo Svevo, della ditta Richard Ginori e del Banco di Napoli.
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Le decorazioni sono eleganti e leggere, pilastrini e foglie di cardo ornano la facciata e le aperture; alla semplicità del pianoterra si contrappone la decorazione via via più ricca negli ultimi tre piani riservati alle abitazioni della famiglia Polacco, un cornicione aggettante, finestre con ghirlande e foglie sotto i davanzali e una fascia con musi di leone.

IMG_7420L’ingresso è posto sull’angolo smussato del palazzo, sormontato da una lunetta impreziosita da uno scudo con le iniziali del secondo proprietario dell’edificio, l’industriale Gastone Dollinar, mentre le finestre dei piani superiori sono delimitate da colonne corinzie.

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All’ultimo piano circondano un finestrone rotondo due figure femminili opera di Romeo Rathmann, nato a Trieste nel 1880 e morto a Londra nel 1962, già autore delle sculture di Palazzo Viviani Giberti; la tradizione vuole che riproducano le fattezze delle sue due amanti.

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Informazioni su danieledemarco

La storia di Trieste attraverso i suoi palazzi, monumenti, targhe, vie e piazze. - Daniele De Marco http://scoprendotrieste.it
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3 risposte a Casa Polacco

  1. Salvatore Cicala ha detto:

    Ad onorare l’aneddotica Triestina ,vi si ricorderà che al pianterreno esisteva un caffè famoso,chiamato stranamente il”Caffè dei fasoi” Vuole la tradizione che all’inzio fosse frequentato esclusivamente da sordomuti,che ebbero una sera una furiosa disputa tra di loro.Da quel momento l’esercizio cadde in disgrazia,finoa che una sera sul tardi fu visitato da due nottambuli che vedendo i proprietari mangiare “Fagioli,si aggregarono ad essi,e lanciando così una moda che vedeva tutti i “tiratardi” della città avere come tappa d’obbligo….”Il caffè dei fasoi”
    P.S. Spero di non tediare con la mia passione per l’aneddotica,Cordiali saluti.

  2. Salvatore Cicala ha detto:

    Naturalmente quel slargo si chiamava piazza delle pignatte,perchè gli ambulanti di tale articolo(affluendo da varie località) vi vendevano i loro prodotti:le pignatte= le pentole!

  3. Salvatore Cicala ha detto:

    Chiaro intendimento che i triangoli esistevano di già,e non li abbiamo invetati adesso,l’architetto Romeo Ratham insegna!

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