Al numero 35 di Viale XX Settembre c’è il Cinema Ambasciatori, ospitato all’interno di Palazzo Viviani Giberti, progettato da Giuseppe Sommaruga, grande esponente del liberty, e inaugurato proprio il giorno di Natale del 1907, è l’unico grande palazzo triestino ad essere firmato da un italiano.
Il Palazzo prende il nome dai suoi due committenti, Cesare Viviani e Arturo Giberti, soci dell’impresa di costruzioni Viviani & Giberti, quindi allo stesso tempo committenti e realizzatori, e venne considerato subito come un’opera degna di ogni aspettativa per la modernità, l’eleganza e l’accuratezza dei particolari.
Il progetto iniziale prevede la realizzazione di un nuovo teatro, il “Cafè Concerto” e il “Restaurant”, mentre i cinque piani superiori ad uso abitativo. Tale struttura non viene però realizzata completamente; si completa l’allestimento del nuovo Teatro Filodrammatico “alla galleria libera e inedita , aggettante con curva e controcurva sulla platea e suddivisa al lati da basse tramezze formanti due serie di scomparti, si accedeva attraverso un’agile scala a tenaglia di cui l’ultima larga rampa apriva un più fluido collegamento tra il buffet e il restante organismo teatrale“. La grande sala era composta da due gallerie, una platea e un ampio palcoscenico, mentre le fonti contemporanee ricordano la bellezza delle pitture sulla copertura del vano scale di Giovanni Zangrando e le decorazioni a calcestruzzo di Carlo Pirovano.
La sala teatrale “filodrammatica”, affidata alla Compagnia comica di Sichel-Galli-Guasti, viene ceduta dopo appena un anno a Windsbach e Covaz Brun, con il nome di “Eden“. Nel 1938 fu distrutta l’insegna del cinema poichè ricordava il primo ministro inglese, nazione nemica, Sir Arthur Eden il teatro quindi venne ribattezzato “Supercinema Principe” nome che perse nel 1949 con la caduta della monarchia, per tornare Eden. Nel 1947 viene requisito dagli Alleati e restituito solo nel novembre 1954 in condizioni definite deplorevoli, ma il colpo di grazia alla sala liberty lo diede l’adeguamento alle norme antincendio del 1951 per cui la sala e tutte le decorazioni andarono perse e fu riadattato a cinema. L’attuale denominazione di “Cinema Ambasciatori” risale agli anni Novanta, quando il palazzo è stato interessato da un progetto di restauro generale.
Il palazzo è di sei piani con pianta a “U”, ha la facciata principale su Viale Venti Settembre, e quelle secondarie su Via Gatteri e Brunner.
Il pianoterra presenta un rivestimento a bugnato rustico che si conclude con un ricco bassorilievo con motivi floreali mentre i piani superiori, trattati ad intonaco grezzo che simula un rivestimento di pietra; i balconcini del terzo piano sono decorati da motivi floreali mentre il quinto piano è caratterizzato da aperture arricchite da colonnine e all’ultimo piano piccole finestre rettangolari sono intervallate da pannelli a rilievo.
Nella facciata principale l’aspetto maestoso dell’edificio è sottolineato dalle imponenti statue femminili poste sotto l’ampio ingresso, opera di Romeo Rathmann, che dividono l’ingresso in tre parti e nella parte superiore da due putti di Romeo de Paoli che sorreggono il balcone.
Le statue e i fregi non sono scolpiti come negli altri palazzi ma sono fatti in un modo quasi industriale ovvero quello della “pietra ricostituita” da Ambrogio Pirovano, su modello del Rathmann.
Le due figure sono state battezzate “Gigogin” e “Barbara“, usanza quella del battesimo umoristico molto comune in città. Le due statue porterebbero in realtà i nome di due famose “intrattenitrici” dell’allora vicina casa di tolleranza conosciuta come la “Villa Orientale”, a loro fu anche dedicata una canzone popolare:
“Se sa che l’acquedoto xe ‘l ritrovo
de tute le più bele triestine,
per quel due nove, fresche, assai carine
le se ga messo la in esposizion.
E Gigugin e Barbara
vestide all’adamitica
xe tuti che le critica
chi disi ben, chi disi mal.
E Gigugin e Barbara
cresude senza macole,
se infis’cia de le ciacole,
le sa quel che le val!
Coi brazi in alto Barbara, la prima,
xe una beleza, una matrona antica;
e l’altra, che le cotole ghe pica,
xe Gigugin , un tipo original
Le ga de bon che le xe assai ben fatte,
che per spoiarsa no le fa fadiga,
che no le barufa e no le ziga,
che non le spendi un boro per magnar.
I omini le guarda e le ghe piasi,
le done ghe sospira e fila suso,
ghe xe anche quele che le storzi el muso,
ma tute devi dir che… non xe mal!”
Pingback: Scoprendo Trieste – Casa Polacco | Il blog di Daniele De Marco
Pasquino Triestino:
Zontemo do picole rime,per ste ex sane putele,
che le ga visto tante storie de brute e de bele,
xe oltra zento ani che i le ga fora impicade,
ma sempre toste,Barbare e Gigogin le xe restade ,
cussì del tempo le se ga vendicado
questo tiranno inclemente mai apagado!
Come aneddotica,in tema di…Viale xx settembre,inizi del 900,un ragazzo sta passeggiando con la sua fidanzata per “l’acquedotto”come si chiamava allora,quando un gruppo di 4 ragazzi li circondano,e con aria arrogante gli chiedono:”Cossa fe qua?No se de rion cerchè longhi?” premetto che a quei tempi i bulli erano parecchi e quelli del “viale” erano abbastanza conosciuti, e non vedevano di buon occhio chi veniva a passeggiare da quelle parti.! Questo ragazzo risponde in modo strano,con la fidanzata si avvicina ad un caffè,si accomoda su una sedia accanto ad un tavolino,e chiama il cameriere ,e se per favore gli può portare una matita e un pezzo di carta. Avutoli scrive qualcosa sul biglietto e poi con una semplice presa della mano spezza l’angolo di marmo del tavolino e porge le due cose al più invadente dei tipastri.Sopra c’era scritto: Giovanni Raicevic campione mondiale imbattuto di lotta libera e greco romana!” Va da se che quel tavolini divenne un cimelio!
Dite che l’unione del regno d’Italia avvenne nel 1860? Bene, pero’ era il 17 marzo del 1961!Non e’ faccia molta differenza, ma essendo una data storicamente importante…..penso sia giusto farlo notare.
Buongiorno, ho ricercato quanto da lei indicato ma non so dove abbia letto questo passaggio, potrebbe cortesemente indicarmelo?
Cordiali Saluti
Questo passaggio del regno d’Italia ? O altro? Grazie buon giorno.