I giorni di Trieste: 1382 – La dedizione di Trieste all’Austria

I giorni di Trieste: La città medievale
Teatro Verdi 3/11/2013 – Prof. Paolo Cammarosano

ridimensiona-dicattedrale-di-san-giusto-a-triesteIl Trecento fu un secolo decisivo per la storia di Trieste che vide la dedizione di Trieste all’Austria, non sappiamo la data esatta ma indicativamente dovrebbe essere un giorno della prima settimana di agosto del 1382, data in cui Leopoldo III d’Asburgo promette autonomia e indipendenza alla città dalle grandi potenze che la accerchiano.

Ma facciamo un passo indietro:
La fortuna di Trieste è stata quella di essere sede di un vescovo e di far parte dell’arcidiocesi di Aquileia, una delle più floride e potenti. Nel 1077, Enrico IV per la fedeltà dimostrata assegna il controllo delle contee del Friuli e dell’Istria al Principato ecclesiastico di Aquileia, feudo del Sacro Romano Impero dotato di un organismo di autogoverno e di gestione degli affari pubblici.

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Nel 1202 Enrico Dandolo, doge della Repubblica di Venezia, durante la cosiddetta quarta crociata, passa per Trieste e i 350 capi famiglia della città giurano fideltas, un atto di formale dipendenza e forniture al dominante, oltre all‘esposizione del leone di San Marco, non implicando però il disconoscimento di altre autorità superiori (Sacro Romano Impero, Patriarcato di Aquileia, Diocesi di Trieste).

Nel frattempo comincia una sistematica erosione dei poteri pubblici del vescovo di Trieste che culminano nel maggio 1253 con il passaggio della potestà leglislativa al Comune, da questa data vengono elaborati statuti comunali e nel 1295 viene ceduto tutto il rimanente potere politico, sancendo ufficialmente la fine del dominio vescovile e la nascita del libero comune di Trieste.
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Nel 1318 viene promulgato un ampio codice statutario, elemento fondamentale della costituzione triestina, mentre 5 anni prima (1313) Marco Ranfo, capo famiglia dei Ranfi, tenta di instaurare una signoria personale, una congiura stroncata con forza nel sangue, conosciuta come Congiura dei Ranfi.
Nasce un sistema diarchico (soprattutto con la revisione del 1350)
Potestà: carica dalla durata di 6 mesi, un conte di Gorizia o un suo discendente, per evitare signorie forestiere.
Consiglio: 180 consiglieri, devono avere minimo 15 anni. L’accesso è a numero chiuso ovvero entrava un nuovo consigliere solo se uno vecchio moriva e poteva entrarci solo chi aveva avuto il padre o il nonno consigliere, vi è una chiusura oligarchica. La città aveva 5000 abitanti per cui solo il 10% delle famiglie aveva una presenza nel consiglio. All’interno del consiglio vi sono 40 “sapienti” che devono avere minimo 30 anni che hanno un potere superiore agli altri.

Nel 1322 viene instaurata la magistratura dei Vicedomini, presso cui vengono registrati tutti i contratti tra privati in un pubblico registro, mentre prima erano custoditi solo presso i notai, Trieste sarà una delle prime e delle poche a farlo.

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Nel 1365 diviene Patriarca di Aquileia Marquardo di Randeck, tedesco di grande cultura legato a Carlo IV e nemico della Serenissima. Egli rafforza il patriarcato, indebolito dai suoi predecessori, rivede tutte le concessioni passate e promulga un coprus di leggi che uniforma tutte le consuetudini friulane.
Nel frattempo i signori di Duino giurano fedeltà ai Duchi d’Austria, gli Asburgo, signori di Stiria, Carinzia, Tirolo e Carniola, un grande casato la cui potenza e influenza va crescendo.
Le due potenze, Asburgo e Serenissima, ambiscono allo stesso boccone: Trieste e la Repubblica cerca di giocare d’anticipo, muove verso la città, dove un ceto dirigente ormai diviso non sa con chi schierarsi, ma è troppo tardi Venezia vince e ribadisce nel 1369 il suo dominio, costringendo Leopoldo III a rinunciare alla sue pretese.
Il passaggio di Trieste sotto Venezia ha una vasta eco in Italia e accende malanimi già presenti contro l’arroganza della Serenissima, si mettono in moto alleanze anti veneziane, capitanate da Genova. Nel 1379 scoppia la guerra di Chioggia, stavolta Venezia viene sconfitta e nell’agosto 1381 è costretta a firmare la pace di Torino, sancendo l’indipendenza di Trieste.

Trieste è ormai circondata da potenze che lottano per il suo controllo, i triestini si consultano e cercano un’alternativa a Venezia, provano a dichiarare fedeltà al Patriarca di Aquileia ma Marquardo di Randeck muore, ci riprovano con un’entità più forte, il comune di Udine a cui chiedono di difendere l’autonomia di Trieste ma la riposta è debole e insoddisfacente (la famiglia più potente di Udine era filo veneziana), restano solo i duchi d’Austria, gli Asburgo.

Wappen_TriestNel 1382 il consiglio del comune di Trieste delibera la subordinazione al duca d’Austria, il quale concede ampia autonomia, poichè sapeva che la città era divisa e doveva attirare il favore di più famiglie possibili.
Nel 1412 però forza la mano e instaura un collegio di 6 saggi che hanno la facoltà di fare ordinamenti senza l’approvazione del consiglio, è l’inizio di un patriziato cittadino.

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Informazioni su danieledemarco

La storia di Trieste attraverso i suoi palazzi, monumenti, targhe, vie e piazze. - Daniele De Marco http://scoprendotrieste.it
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4 risposte a I giorni di Trieste: 1382 – La dedizione di Trieste all’Austria

  1. Salvatore Cicala ha detto:

    Forse ,noi triestini non ci abbiamo mai pensato,oppure non lo sappiamo bene,ma dal 1382,anno della famosa dedizione all’Austria,e fino al 1719 ,anno della fondazione di Carlo VI del porto franco,l’Austria ha fatto verso la città passi di protezione o di aiuto o qualsivoglia privilegio?Pregherei cualche documentato storico di evolvermi,e con me altri cittadini,perchè questo sembra un periodo abbastanza buio della nostra città! Ringraziando in anticipo…

    • Lucio ha detto:

      Leggiti il testo della dedizione: gli Asburgo ci mandarono un capitano il quale aveva il compito di insegnare l’uso delle armi a tutti i triestini validi che disponevano di un’arma dello stato per auto difendersi dagli invasori, e questo avvenne dal 1382 al 1918, capito? L’Austria era così ben governata che non aveva paura di rivolte anche se il suo popolo era armato. Ecco perché, al contrario, nell’Italia guerrafondaia e perciò oberata dalle tasse sin da quando esiste è difficilissimo detenere un’arma.

  2. salvatore cicala ha detto:

    Mi rispondo da solo dopo essermi ampiamente documentato(non facilmente) ebbene per incuria, per snobbismo o altro….l’Austria per ben 330 anni non ha mosso un dito per Trieste,strano vero?

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